"Incendiare il buio": Valeria Nicoletti "In viaggio con Annie Ernaux e Goliarda Sapienza"

Nei giorni vissuti a Parigi, Valeria Nicoletti si mette in viaggio alla scoperta della vita, le opere, i grandi temi e la poetica di due autrici tra loro diverse, Annie Ernaux e Goliarda Sapienza, e, a sorpresa, ne rivela infiniti punti di contatto e armonia. Al centro di questo saggio, che è insieme biografia, incontro e rivoluzione, troviamo, quindi, tre donne: due grandi scrittici, colte nel loro costante divenire, e una lettrice appassionata e consapevole, che dalla comparazione di quei loro testi, incontrati per caso e per scelta, ricostruisce le tappe di un cammino lungo una vita che accomuna ogni individuo e nello stesso tempo lo rende unico.

Valeria Nicoletti ha lavorato come giornalista in diverse testate locali, nazionali e internazionali, tra il Salento, la Francia e gli stati Uniti. Laureata in Letteratura Francese, ha approfondito il noir d’oltralpe. Le voci degli scrittori migranti francofoni, l’autobiografia contemporanea. Ha trovato il suo posto nel mondo trai banchi di scuola, come insegnante di lingue e di sostegno. Impegnata come volontaria sul fronte sociale, si occupa di diritti delle partorienti e dei neonati e anima laboratori di lettura per bambini e ragazzi. È guida turistica in Puglia. Incendiare il buio è il suo primo libro.

 

Valeria Nicoletti
Incendiare il buio
In viaggio con Annie Ernaux e Goliarda Sapienza

collana Le Sagge | numero 3
curatrice collana: Elisabetta Liguori
Collettiva edizioni indipendenti
pagg. 170, prezzo euro 14
ISBN 9788894737813


"Viscera" di Silvana Kühtz

A che cosa serve la poesia? È servita a muovere la lingua, a dare voce e recinto “sentimentale” ai popoli. È servita, oggi ancora serve. Sapere del poeta, del suo sentire, chiarifica il perché l’esserlo e il rivendicarlo sia cosa utile. L’esercizio della scrittura, l’ostinazione a volerle trasformare in realtà, le parole scontrandosi con chi le butta via costituisce l’artigianato semplice di Silvana Kühtz, una dichiarazione netta, frontale, certa. (Mauro Marino)

 

Silvana Kühtz è barese. Laureata in Ingegneria al Politecnico di Bari, con un dottorato all’Imperial College (University of London), ha un percorso di studi e di interessi che spazia fra discipline molto diverse e apparentemente lontane come le tessere di un puzzle. Nel 2014 vince il premio Gatto con 30 giorni, una Terra e una casa, pubblicato da Campanotto Editore. Nel 2018 Spagine pubblica la raccolta di prose poetiche: Quel che resta del bello, e Musicaos la silloge poetica Manuale di Fisica Ostica. Nel 2021 pubblica la silloge poetica Collezione di piccole felicità, Casalta ed FI, con le foto di Andrea Semplici. La prima versione di Viscera è entrata nella rosa dei finalisti del festival delle colline torinesi InediTO nel 2016.

 

Silvana Kühtz
Viscera
con le note di Mauro Marino e Cristina Carlà
prose minime | 10
cura editoriale Simona Cleopazzo e Stefania Zecca
pag. 80
prezzo euro 12
ISBN 9788894737806


FRAMMENTARIO DEL DISARMO di STEFANIA ZECCA

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Lascio che accada
l’irreparabile
l’imprevisto
la verità
che si mostra feroce e nuda
allo sguardo, al cuore
Lascio che accada il rischio
della Ferita
della delusione
la rigatura sulla lente nuova
il buco nel maglione preferito
lo smarrimento di un appunto prezioso
La perdita di qualcosa
la perdita di qualcuno
la perdita di una parte
la mia perdita...

 

Quando, nel 2018, è nata la collana “Prose minime” pensavo a uno dei tanti insegnamenti che ci ha lasciato la scrittrice statunitense Grace Paley. Diceva più o meno così: nella narrativa fai in modo che sia il mondo a parlarti, nella poesia sei tu che parli al mondo. Ed ecco che arriva il testo di Stefania Zecca, con la sua limpidezza e la sua onestà (materie attive per la poesia), che accorcia la distanza tra prosa e poesia senza mai perdere lo spirito di quest’ultimo strumento di narrazione. Per scrivere bisogna avere un pensiero chiaro e l’autrice lo annuncia già nel titolo - essere disarmati, lasciare che accada il rischio della ferita. È una scelta. È così che la sua parola diventa lama, ci trafigge e ci fa sentire la vita più in profondità. L’evoluzione della parola poi richiede tempo, rifiuta i miti del momento, si fa ramo e diventa lingua che consente di confrontarsi con la realtà che si vuole testimoniare.

Un testo che racconta il mutamento del sentire con delle irruzioni da parte del mondo perché Stefania Zecca è sempre aperta alla parola “degli altri”, pratica l’ascolto, scruta i margini, con sguardo lucido. Non scarta nulla, nemmeno quello che disturba e fa male come - la devota religione dell’atto di rimettere in circolo il cibo già digerito. Fa male. Lo sa. Ed eccolo il mondo che parla dagli altoparlanti di Trenitalia, dall’audio distorto degli auricolari infilati nelle orecchie di teste chinate sul cellulare, nel panino frugale che vince la volontà del fornello, sino ad arrivare all’Ode ai mastelli.

 

Stefania Zecca, 1978. Nata a Lecce dove vive. Giornalista pubblicista. Dal 2022 cura, assieme a Simona Cleopazzo, la collana di poesia “Prose minime” e l’ufficio stampa della casa editrice Collettiva Edizioni.

 

Stefania Zecca
Frammentario del disarmo

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Antologia “Sulla mia terrazza il cielo era immenso”

“Le cose che non si sanno, non sono” scriveva Sciascia nel suo “Todo modo”, e poiché il Sud è stato, il sud è e sarà, Collettiva edizioni indipendenti propone un nuovo viaggio più che mai necessario: quello dell’antologia curata da Diego Dantes “Sulla mia terrazza il cielo era immenso”, con le parole di otto grandi autori e autrici meridionali del passato lette e analizzate da nove autori e autrici salentini contemporanei. Il Sud legge il Sud, incontrandolo, ricordandolo, desiderandolo fortemente, con sguardo rigoroso e visionarietà: Antonio Duma incontra Claudia Ruggeri, Daniela Palmieri incontra Vittorio Bodini, Diego Dantes incontra Rocco Scotellaro, Eliana Forcignanò incontra Salvatore Toma, Francesco Aprile incontra Francesco Saverio Dodaro, Mauro Marino incontra Antonio Verri, Fabrizio Pugliese incontra Franco Constabile, Simona Cleopazzo e Cristina Carlà incontrano Rina Durante.

Il libro. Tra queste pagine il Sud inganna i decenni, intreccia visioni ed esperienze e si spinge ben oltre la linearità che siamo soliti attribuire al tempo che passa. Più che un passaggio di testimone, allora, “Sulla mia terrazza il cielo era immenso” consente un dialogo creativo che arricchisce chi lo legge quanto chi ne è artefice.
Il titolo della raccolta è un omaggio a Carlo Levi il quale, ad Aliano, sulla terrazza della sua casa di confino, scrisse quelle parole nel suo romanzo “Cristo si è fermato a Eboli”, descrivendo meravigliosamente il panorama davanti a sé, tra calanchi e cielo lucano. Carlo Levi e Rocco Scotellaro furono amici stretti e voci di riscatto della condizione dei contadini meridionali, diventando punto di rifermento per la riflessione culturale su tutti i Sud possibili, oggi alla base dell’antologia pubblicata da Collettiva edizioni indipendenti.
Scrive Diego Dantes nell’introduzione al volume: “Sono profondamente convinto che esista un meridione d’Italia capace di rompere con quell’immaginario collettivo negativo i cui viene raccontato, un Sud dal grande potenziale che potrebbe diventare, pur pieno di tante contraddizioni, centro di rielaborazioni di pensieri politico/culturali solo all’apparenza distanti. Il filo rosso che unisce i testi di questa antologia, infatti, è la ricostruzione quanto la rielaborazione. Il frutto è un metaverso narrativo e poetico in cui coabitano felicemente alcune tra le migliori voci di sempre. Ciascuno degli autori in antologia, infatti, mette a confronto la personale esperienza di lettura dell’autore amato con la propria poetica, con uno sguardo verticale capace di restare, citazione dopo citazione, memoria dopo memoria, costantemente puntato sul futuro. Tutto il futuro già presente nel passato e che i nove autori coinvolti nell’opera scandagliano con acuto amore”.

Il curatore. Diego Dantes (Lecce, 1983), è laureato in Scienze politiche e ha frequentato il Centro di Formazione Politica di Milano nel 2010. Dal 2008 lavora nell’ambito delle forniture per uffici, nel giugno del 2018 ha fondato con Roberta Marini il coworking WeLab. Affascinato dai versi poetici di Rocco Scotellaro, Carlo Levi e Franco Arminio, gli piace immaginare le comunità come luoghi pronti ad aprirsi alle contaminazioni. Da anni impegnato nella realizzazione di eventi culturali e sociali, negli spazi di WeLab organizza presentazioni di libri, mostre e altri eventi. È autore anche di “Parole per un futuro possibile” (iQdB edizioni, 2016).

 

AA.VV. (a cura di Diego Dantes)
Sulla mia terrazza il cielo era immenso
Collettiva edizioni indipendenti
collana Le Sagge | 2 - curata da Elisabetta Liguori
ISBN 9788894647365
pagine 134
14.00 euro

 

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AMORI IN COTTURA DI LOREDANA DE VITIS

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18 STORIE DI CIBO E SENTIMENTI LONTANE DA OGNI STEREOTIPO

Diciotto racconti che mescolano sentimenti e ricette, tratti da storie vere di donne e uomini, padri e madri, figli, figlie, zii, zie e nonne, ispirati da ricordi legati a ricette d’antipasti, primi, secondi, contorni e dolci succulenti. Alcuni dei titoli ne danno un assaggio immediato, dai teneri “la pastina della mamma” e “verdure gratinate al profumo di zie”, passando per i più adulti “tartine fredde bididibodidibù” o “fermati a cena faccio pasta alla norma”, fino ai più espliciti “sformato di macinato [come in un letto speziato]”, “pupilli in frittura [per quello che dura]” e “litigio al pan di spagna”.

Il cibo, crudo o cotto, dolce o salato, semplice o elaborato, conosciuto o ricercato, è quindi il filo rosso che tiene assieme i racconti di questo libro, “o forse la frusta che li mescola tutti”, scrive l’autrice Loredana De Vitis nella sua raccolta “amori in cottura”. Il libro vincitore nel 2015 del concorso nazionale “il mio esordio” torna in libreria in edizione “definitiva”: ampliata, completamente illustrata da Roberta Ranieri, per Collettiva edizioni indipendenti.

Si parla d’amori passati, presenti o futuri, possibili o impossibili, sensuali, familiari, filiali. Superano i confini del genere, della geografia, dell’anagrafe, della cultura, della consuetudine, della vita e della morte. “Se vi piace il per sempre qualcosa troverete”, scherza l’autrice, “ma non è raccontato come il migliore dei finali possibili. Il lieto fine è nella consapevolezza d’aver vissuto intensamente, per quello che si è voluto creduto sperato odiato o amato. Per quel che è durato”.

“Nell’universo dei maestri di cucina e del milione di diete più una, del benessere a tutti i costi e delle barrette sostitutive, dei coppapasta dei sac à poche e delle forme in silicone, delle palestre per smaltire e degli intrugli detox, dei surgelati dei precotti e degli infernali robot con infinite combinazioni di tasti e velocitaà”, scrive ancora l’autrice nella premessa, “queste storie vogliono essere un inno al piacere di assaggiare, di gustare, di saziarsi, di creare o d’arrangiarsi, d’esprimersi ai fornelli essendo se stesse e se stessi... alla faccia di tutto il resto”.

Loredana De Vitis, scrittora, ha pubblicato con Collettiva edizioni indipendenti anche “il posto di dio” (2021).

 

Loredana De Vitis
amori in cottura
collana Orlando | 2
Collettiva edizioni indipendenti
prezzo 18 euro
pagine 96
ISBN 9788894647396

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“IL POSTO DI DIO” / IL NUOVO LIBRO DI LOREDANA DE VITIS

“IL POSTO DI DIO” DI LOREDANA DE VITIS

DAL 25 APRILE NELLE LIBRERIE INDIPENDENTI

Loredana De Vitis torna in libreria con una collana tutta per sé, “Orlando”, ideata e curata in collaborazione con Collettiva edizioni indipendenti, e un nuovo romanzo: “il posto di dio”. Copertina e illustrazioni interne di Fabiola Berton.

Lecce, fine anni Ottanta. Per Marta è tempo di cresima e di dubbi esistenziali. Mentre ne parla con la sua amica Lucia durante le prove del coro nella parrocchia di San Paolo, una vecchia statua di Gesù crocifisso perde un piede. È un segno? Marta se lo chiede osservando la giostra di eventi che, da quel momento, comincia il suo giro. Ci salgono le persone che le sono più vicine: la zia Roberta, con cui è cresciuta fin da piccolissima, orfana dei suoi; la vicina di casa Olga, che vorrebbe come madrina, e il marito Giuseppe; il suo ragazzo Riccardo, principale causa di quei dubbi; assieme a una piccola folla di altri personaggi che s’affacciano man mano nella storia. Tra bugie, sotterfugi, confessioni ed epifanie, Marta troverà la strada prima di tutto per non tradire se stessa. La storia narrata ne “il posto di dio” è ambientata in una città ispirata a un sud e a una Lecce insoliti, fuori da ogni stereotipo, né turistici né noir, ma popolati da persone normali. Ci vuole un gran coraggio per descrivere la normalità, e l’autrice lo fa con la sua penna pungente e ironica e con la sua voce sempre riconoscibile. “Il posto di dio” coincide con il viaggio esistenziale di Marta, la protagonista, una giovane donna e un avamposto per scoprire con occhi nuovi ambientazioni, dettagli, dinamiche sociali. Attraverso Marta, l’autrice racconta donne che parlano il linguaggio diretto della normalità, nominandola senza finzione: pene, verginità, aborto. E uomini alle prese con le proprie debolezze e pulsioni, nominate senza vergogna: l’inutilità del celibato sacerdotale, il sapore del sesso di una donna. Su tutto e tutti vibra luminosa l’autentica registrazione di ciò che accade ogni giorno sotto i nostri occhi.

Con “il posto di dio” Collettiva inaugura la collana “Orlando” che, tributo a Virginia Woolf, si propone di pubblicare libri che hanno la libertà come presupposto, l’ironia come metodo, la leggerezza come bandiera. 

Loredana De Vitis è nata a Lecce, dove vive tutt’ora, nel 1978. Laureata in Filosofia, giornalista, lavora all’Università del Salento. Ha vinto nel 2011 Subway Letteratura con il racconto “rossella e andrea. e Rossella e Andrea”, confluito nella raccolta “Storie d’amore inventato” (20090 editore); nel 2012 e nel 2015 ha vinto il premio letterario “Il mio esordio”, rispettivamente con il romanzo “Tanto già lo sapevo” (premio attribuito dalla Scuola Holden) e la raccolta di racconti “Amori in cottura. 15 ricette per quello che dura” (miglior libro di racconti). Femminista e ambientalista, amante del cibo buono e “giusto”, ha ideato “io sono bellissima”, un progetto che propone un percorso di discussione degli stereotipi della bellezza femminile, a partire da sé. Condivide felicemente casa e sogni con la sua famiglia umano-felina. Blog personale: www.loredanadevitis.it

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