la mia stanza / Giulia Falzea

Sono fatta degli oggetti nella stanza.
Sono fatta della mia stanza costruita intorno alla testa:
mi appartengono i pensieri e mi appartengono gli oggetti.
Gli oggetti nella stanza dicono tutto di quello che sono e
mi raccontano chi vorrei essere. Ho quattro piccole agende:
una la uso solo per i post-it colorati, l’altra è di dieci anni fa,
conserva dentro le parole di chi ero e i biglietti dei concerti
a cui sono andata. La seconda raccoglie parole disarticolate
da ridire a qualcuno una volta a settimana, l’ultima, infine,
è fatta di giorni e impegni. Ho posizionato davanti ai miei occhi,
poggiato sulla piccola cucina a induzione, un quadro che ho fatto per sbaglio,
poco prima di uscire dal mondo. Su uno scarto quadrato di compensato
ho dipinto spirali e spirali, di molti colori che si sovrappongono, l’ho fatto
senza un piano preciso, senza dargli per forza un valore e poi l’ho chiamato:
“Istruzioni d’uso per tagliare un cordone ombelicale”. Chiamare gli oggetti per nome,
accordare loro un battesimo laico e privato. Ho l’Inferno di Dante sul tavolo,
sta lì per reggere il dorso di un altro grosso libro che leggo a piccoli sorsi.
Ho sei libri illustrati per bambini, dicono. Una bottiglia dell’acqua.
L’acqua del rubinettino che ho fatto installare appena in tempo,
che bando alla plastica. Ho una gomma nera, una matita a scatto,
una penna bic. Un mazzo di chiavi con il token, un mondo a parte.
Una confezione smezzata di nocciole della Lidl, salva fame e ansia.
Un vocabolario Zachinelli, il catalogo di una mostra vista a Venezia,
la Joie de vivre di Pablo Picasso. Scrivo con le gambe incrociate sul letto,
non perché non abbia una scrivania affollata di cose ma perché mi piace così.
Ogni tanto ho due gatti addosso, per lo più dormono, a volte mi raccontano
i loro stupori e le loro conquiste quotidiane. Gli oggetti nella stanza sanno
fare l’amore tra loro. Mi pare di averli lasciati in un modo la sera prima
e poi li ritrovo in altre posizioni, tutte sbagliate, tutte inventate.
Li lascio fare, sono fatta di cose che fanno l’amore.


Riparte il laboratorio di scrittura sul femminismo

Riprendiamo il laboratorio di scrittura (on line)
domenica 19 aprile ore 17,00
Creare una stanza tutta per noi!
La mia stanza, la mia scrittura. V. Woolf
Lo studio. Alice Munro
Qui, coltiviamo il sogno. Sibilla Aleramo

La scrittura, la conversazione, la lettura sono strumenti che ci permettono di comprendere il senso profondo della realtà, di promuovere il pensiero autonomo e non copiare/incollare opinioni altrui, per recuperare il senso di appartenenza a una comunità, fulcro di un cambiamento.
Scrivere è un’esperienza di vita, se scrivo io capisco meglio me stessa e gli altri, se scrivo e mi racconto allargo la coscienza, scrivere vuol diventare libere, con la scrittura io mi definisco (non parlo dell’autobiografia ma della capacità di esprimere un concetto che parte da noi, il lavoro di scrittura mi serve per dare ordine ai miei pensieri, per svelare il sommerso, per definisce la mia relazione col mondo. Per rendere all’esterno il nostro pensiero dobbiamo scriverlo, non dobbiamo convincere nessuno o spigare qualcosa, dobbiamo raccontare la vita così com’è, che rendiamo viva grazie alla parola.
Ogni parola ci illumina, ci guida, ci fa trovare la strada.

per informazioni inviare un messaggio al num. 392.1995892
o una mail a associazionecollettiva@gmail.com


Un percorso femminista in 10 passi e 31 libri

Aspettando la ripresa del laboratorio
Storie femministe dalla stanza tutta per sé all’ecofemminismo (scrittrici e filosofe per le pratiche di libertà) di Simona Cleopazzo
Grazie a una collettiva di scrittrici, filosofe, femministe unite dal filo rosso della razionalità ho costruito un percorso di lettura e di riflessione.
 Le conversazioni e i laboratori hanno l’obiettivo di accendere la razionalità, di illuminarci, perché, solo, stando assieme, riusciremo a trovare le parole giuste per diventare meno sognatrici, più razionali! Nel frattempo leggiamo, scriviamo, riflettiamo...

passo 1
Creare una stanza tutta per noi
Virginia Woolf, Una stanza tutta per sé, Feltrinelli
Alice Munro, La danza delle ombre felici, Einaudi
Sibilla Aleramo, Una donna, Feltrinelli

passo 2
Essere nel mondo, la forza delle parole
Simone De Beauvoir, La forza delle cose, Einaudi
Margaret Atwood, Il racconto dell'ancella, Ponte alle Grazie
Sylvia Plath, La campana di vetro, Mondadori

passo 3
Scegliere le parole per dire quello che dobbiamo dire
Luce Irigaray, Speculum, Feltrinelli
Goliarda Sapienza, L'arte della gioia, Einaudi
Lea Melandri, Alfabeto d'origine, Neri Pozza

passo 4
Scriviamo il nostro taccuino d’oro
Natalia Ginzburg, Le piccole virtù, Einaudi
Doris Lessing, Il taccuino d'oro, Feltrinelli
Susan Sontag, Rinata, Nottetempo

passo 5
Diventiamo estranee alla politica degli uomini
Virginia Woolf, Le tre ghinee, Feltrinelli
Alba De Céspedes; Dalla parte di lei, Mondadori
Dorothy Parker, Il mio mondo è qui, Bompiani
Grace Paley, Tutti i racconti, Big Sur

passo 6
Costruiamo la nostra consapevolezza
Carla Lonzi, Taci anzi parla, Scritti di Rivolta Femminile
Annie Ernaux, L'evento, L'Orma editore
Christine De Pizan, La città delle dame, Carocci

passo 7
Abbandoniamo la casa
Betti Friedan, La mistica della femminilità, Castelvecchi
Maria Zambrano, I luoghi della poesia, Bompiani
Paola Masino, Vita e morte della massaia, Feltrinelli

passo 8
Agiamo, abbracciamo un tema
Naomi Klein, Una rivoluzione ci salverà, Best Bur
Simone Weil, La prima radice, SE
Vandana Shiva, Il bene comune della terra, Feltrinelli

passo 9
Tessiamo la tela
Ynestra King, Women in culture, saggi in inglese
Elif Shafak, I miei ultimi 10 minuti e 38 secondi in questo strano mondo, Rizzoli
Daniela Padoan, Le Pazze, Un incontro con le madri di plaza de Mayo, Bompiani

passo 10
Desideriamo la felicità di tutte
Gioconda Belli, Nel paese delle donne, Feltrinelli
Malala Yousafzai, Io sono Malala, Garzanti
Chimamanda Ngozi Adichie, Dovremmo essere tutti femministi, Einaudi


Crearsi una stanza tutta per sé, anzi uno studio / Alice Munro

«La vita reale non erano la mia casa, i figli, il marito.
Ciò che era reale era la mia scrittura,
come si sviluppava nella mia mente e poi sulla pagina.
Una realtà a cui non ho potuto rinunciare, mai».

Alice Munro soffre di attacchi di panico, ulcera, depressione, è sfinita ma convinta, come Virginia Woolf, che per compiere questo dovere nella scrittura si deve prima uccidere l’Angelo del focolare, l’ombra della donna ideale, vittoriana, sacrificata, buona e pura, anzi è necessario uccidere anche il mito della maternità. Infatti il racconto Lo studio sembra la prosecuzione della stanza tutta per sé. È lei, infatti, che scrive con una mano e con l’altra allontana la figlia di due anni che vuole chiederle qualcosa. Lei, Nobel per la Letteratura del 2013, nasconderà per anni questo suo mestiere ad amici e parenti e scriverà mordendo scampoli di tempo rubati alle figlie, al sonnellino pomeridiano delle stesse. Ma a lei la stanza non è più sufficiente, Alice vuole di più. Lei ha bisogno di uno studio tutto suo. Uno studio in cui portare solo un tavolino, dei fogli, una macchina da scrivere, un bollitore per fare il caffè. Un luogo dove scrivere il proprio manifesto, libro, e combattere contro il tarlo della paura e la marginalità del fatto di non essere riconosciute come scrittrici. Un manifesto mai arrabbiato, un libro fatto di tanti racconti che indagano i rapporti umani che decidono, etichettano, condannano una scrittrice all’anonimato. Un anonimato da combattere non per pura sete di successo ma semplicemente per rispettare la vera essenza che ci abita e ci guida e guida la punta incandescente della nostra penna.

«La soluzione alla mia vita mi venne in mente una sera mentre stiravo una camicia. Era semplice ma audace. Mi presentai in soggiorno dove mio marito stava guardando la televisione e dissi: - Ho pensato che dovrei avere uno studio. Sembrava un’idea stravagante perfino a me. Che cosa me ne faccio di uno studio? Ho una casa: è bella, spaziosa e ha la vista sul mare; offre vani adatti a mangiare e dormire, farsi un bagno e chiacchierare con gli amici. Ho anche un giardino, lo spazio non manca. No. Ma a questo punto arriva la dichiarazione non facile: sono una scrittrice. Detto così non suona bene. Troppo presuntuoso; fasullo, o quantomeno poco convincente. Riproviamoci. Scrivo. Va meglio? Cerco di scrivere. Così è anche peggio. Falsa modestia. Dunque?».

continua


Il futuro sarà eco-femminista #governodilei

In questi giorni una compagnia petrolifera canadese, la X-Site, ha prodotto per i suoi dipendenti un adesivo con il logo aziendale dove Greta Thunberg viene afferrata da dietro per le trecce, con un chiaro riferimento a una violenza sessuale. È una buona occasione oggi, 8 marzo, per parlare di una corrente che evidenzia il nesso fra ecologia e femminismo: l’ecofemminismo.

Perché sempre più persone pensano che non sia più sufficiente continuare a parlare di femminismo e di ecologia, ma è importante investire sul concetto di eco-femminismo? Secondo Laura Cima, principale esponente dell’ecofemminismo italiano – già deputata, Presidente del primo Gruppo Parlamentare Verde a maggioranza femminile, con un direttivo di sole donne, e autrice di L’ecofemminismo in Italia. Le radici di una rivoluzione necessaria, con Franca Marcomim – il punto è che abbattere le dinamiche oppressive che generano consapevolmente o meno il gender (anche pay) gap non basta. Dobbiamo tutti insieme, uomini e donne, ripensare il sistema nella sua complessità, partendo dallo sfruttamento del pianeta.Insomma: nella prospettiva ecofemminista il nocciolo degli sforzi non deve essere appropriarsi di un sistema oppressivo, ma riappropriarsi del potere di cambiare ciò che sfrutta le risorse in maniera eccessiva producendo vecchie e nuove disuguaglianze sociali, e le donne devono poter essere protagoniste di questo cambiamento alla stregua degli uomini.

“Finalmente si diffonde anche nel nostro paese un movimento che ha cominciato a emergere negli anni Sessanta e che oggi è ormai di estrema attualità. Su questo dobbiamo confrontarci, nel massimo rispetto delle nostre differenze e delle cerchie che frequentiamo, ma con l’urgenza che l’Agenda 2030 ci impone” spiega Cima. “Interrogarci su cos’è per ognuna di noi l’ ecofemminismo è quindi più che mai necessario oggi: i movimenti e le iniziative che riguardano la decostruzione delle relazioni di potere, di dominio, di colonialismo, lo collegano a coloro che criticano il modello di “sviluppo” e fanno della crisi ecologica, la pace e la non violenza un asse centrale.” “L’attuale dibattito femminista sull’ecologia solleva importanti e opportune questioni sull’adeguatezza teoretica delle nostra principali versioni del femminismo: liberale, marxista, radicale, socialista. […] Se l’ecofemminismo è vero o almeno plausibile, allora ciascuna delle quattro correnti principali è inadeguata, incompleta o problematica come base teoretica per l’ecofemminismo” scriveva nel 1987 la filosofa americana Karen Warren.

In questo senso si parla sempre di patriarcato, alla fine. Anche per l’ecofemminismo il problema di fondo è la catena oppressiva che origina da un sistema economico ancora fortemente patriarcale, come scriveva Françoise d’Eaubonne nel 1974 in Femminismo o morte In pieno femminismo la d’Eaubonne crea il gruppo Ecologia e femminismo all’interno del Movimento di liberazione delle donne e dà origine al termine “ecofemminismo” e al movimento. “Per le ecofemministe, la natura è stata inferiorizzata e dominata, in modo simile alle donne. Basti pensare – continua Cima – alla secolare concezione meccanicistica della natura, con un linguaggio di dominio che evoca la “conquista” di una natura definita quasi sempre come “vergine”.”

L’ecofemminismo inizia ormai sessant’anni fa, ma in Italia le cose hanno cominciato a muoversi solo dopo Chernobyl. Nel nostro paese molte donne, fra cui emerge Laura Cima, si sono spese nel movimento ambientalista e nella scommessa di una rappresentanza istituzionale delle istanze ecologiste, dando vita a un femminismo ecologista che, a partire dalle elezioni regionali nella seconda metà degli anni Ottanta e poi in parlamento e in molti enti locali, si caratterizzò presto come istituzionale.

Per approfondire la storia dell’ecofemminismo è utile il saggio di Bruna Bianchi all’interno di questa raccolta di scritti edita dall’Università Ca’ Foscari, dedicata all’argomento.

Ma oggi, dal punto di vista pratico? In Italia l’ecofemminismo sta entrando nelle discussioni di molti gruppi di femministe, racconta Cima, con l’idea di iniziare a individuare gli aspetti da cambiare a livello locale. Think global, act local. “Un gruppo di lavoro milanese a cui partecipo insieme alla Libreria delle Donne, Arcilesbica, Non Una di Meno Milano, ha lanciato recentemente l’hashtag #governodilei per raccogliere le proposte alternative. (fonte Il sole 24 ore)


Storie femministe, dalla stanza tutta per sé all’eco-femminismo (scrittrici e filosofe per le pratiche di libertà) di Simona Cleopazzo

aggiornamento date / laboratorio di scrittura e pensiero in presenza

Un percorso di scrittura femminista, per scrivere, essere felici e distruggere l'angelo del focolare.  I pomeriggi saranno momenti per la creazione narrativa e la lettura ad alta voce dei propri scritti. È prevista una quota di partecipazione, sono aperti a tutt* ma a numero chiuso. Cell. 3921995892

 

due / domenica 15 marzo 2020

Essere nel mondo, la forza delle parole
Diventiamo, quindi! Simone De Beauvoir
Distopia continua. Margaret Atwood
Rompiamo la campana di vetro. Sylvia Plath

tre / domenica 22 marzo 2020
Scegliere le parole per dire quello che dobbiamo dire
Per leggere S. ho dovuto legarmi alla sedia. Luce Irigaray
Togliamo la muffa alle parole. Goliarda Sapienza
Inventiamo un nuovo alfabeto. Lea Melandri

quattro / domenica 29 marzo 2020
Scriviamo il nostro taccuino d’oro
Ogni tanto cadere nel pozzo. Natalia Ginzburg
Scriviamo quattro taccuini. Doris Lessing
Rinasciamo Susan Sontag

cinque / sabato 4 aprile 2020
Voglio la rispondenza
tra il mio pensiero e il mio essere
Luisa Muraro
a cura di Anna Rita Merico

cinque / domenica 5 aprile 2020
Diventiamo estranee alla politica degli uomini
Togliamo i tappi ai radiatori Alba De Céspedes
Adottiamo l’ironia Dorothy Parker
Non accettiamo di vivere con un marito che… Grace Paley

sei / domenica 19 aprile 2020
Costruiamo la nostra consapevolezza
Tacciamo, anzi parliamo! Carla Lonzi
Il tampax mi ha cambiato la vita Annie Ernaux
Dal pianto al canto Christine De Pizan

sette / sabato 25 aprile
Scrivere il romanzo di una vita. Carla Lonzi
a cura di Anna Rita Merico

sette / domenica 26 aprile 2020
Abbandoniamo la casa
Diciamo addio alla mistica della femminilità. Betti Friedan
Obbediamo a ciò che ci chiama. Maria Zambrano
Donne, giriamo! Alice Guy

otto / domenica 3 maggio 2020
Agiamo, abbracciamo un tema
La parola diventa azione. Naomi Klein
Prendersi cura del mondo. Simone Weil
L’energia è shakti. Vandana Shiva

nove / domenica 10 maggio 2020
Tessiamo la tela
Tutte in piazza. Le madri de Plaza de Mayo
Le eco-femministe siamo noi. Ynestra King
Tutte dentro. Elif Shafak

dieci / domenica 17 maggio 2020
Desideriamo la felicità per tutte.
Lavoriamo sul desiderio. Gioconda Belli.
Non urliamo ma… Malala


reading e musica

"Rock, Rimbaud e caffè".

“mi aprivo la strada
con le unghie e coi denti
attraverso la fitta trama
di una coscienza culturale
della quale non ero al corrente”.
Patti Smith

READING E MUSICA
Rock, Rimbaud e caffè.
Un viaggio nelle letture di Patti Smith
Collettiva edizioni indipendenti


le conversazioni a domicilio sul femminismo

"Dalla stanza tutta per sé al mondo"
10 spunti per leggere, cambiare e agire

Le conversazioni nascono da un’idea di Simona Cleopazzo, che ama il femminismo inclusivo, trasversale e radicato. Sono incontri realizzati nelle case, nelle sedi delle associazioni, nelle librerie. Organizzati col metodo del "passaparola" (lo stesso usato per le dimostrazioni di prodotti commerciali come cosmetici, aspirapolvere e robot da cucina).
Il prodotto che offriamo però è una conversazione e un percorso di lettura di libri di scrittrici e filosofe.
L'intento è quello di promuovere la lettura, di aumentare la consapevolezza femminile e il pensiero in presenza. Leggeremo e commenteremo i testi di scrittrici, filosofe, poete, femministe unite dal filo rosso della razionalità che ci illumina e ci fa diventare meno sognatrici e più razionali.
Le conversazioni sono gratuite e adatte a tutt*.
Se ti va, ci puoi sostenere in vari modi.
Prenotazioni e informazioni al 392.1995892