una riflessione sul contemporaneo / Elisabetta Liguori

Accade oggi che si abbia paura. Una paura liquida e pervasiva, di livello molto più alto
e inquietante di quello che solitamente bagna le giornate di tutti.
Una paura infestante come una pianta rude, che si nutre
delle parole che sono nell’aria. Accade che si parli solo di
questa paura, tivù, radio, social, la gente per strada, in ufficio,
e le parole germinano, infettano, contagiano.

Non è dato spazio ad altre notizie che non siano quelle della paura
o della reazione alla paura o della strumentalizzazione della paura.
Nessun altro argomento, così m’assale il bisogno di cercare altrove,
nei libri già scritti, la prospettiva che la paura schiaccia.

Cerco di tener su la testa, di guardare oltre l’orizzonte.
Mi sento come una nuotatrice stanca in mare aperto, annaspo,
sbatto forte le braccia e i piedi, allungo il collo, tengo aperta la bocca,
respiro più forte. Aspetto i soccorsi e imbarco acqua.

Accade oggi che la paura che cresce produca un solo effetto
positivo: desiderare di essere vivi.
E per essere vivi c’è una sola strada possibile:
ritrovare il corpo, il nostro, quello che è, toccarlo per capire
dove si è nascosto, misurarlo, guardarlo, ascoltarlo.

Averne simpatia, pietà,
rispetto e questo, devo dirlo,
mi stupisce e mi piace.

 

Elisabetta Liguori

(foto Agnese Cossa)


Le nostre parole diventeranno nuovi abbracci.

Eccoci.
Abbiamo passato gli ultimi 15 giorni a capire cosa stesse succedendo,
poi chi a preparare lezioni on line, chi a recuperare i compiti delle bimbe
chi a leggere un libro, chi al lavoro ma con mascherina e guanti.
La nostra casa editrice è ferma (niente presentazioni, niente laboratori).
Ci sentiamo solo nelle chat e per telefono per aggiornarci e scambiarci
riflessioni, pensieri, angosce, frasi, consigli.
Fino a qualche mese fa il covid 19 era sconosciuto,
un possibile pericolo sì, ma che sembrava lontano secoli.
Eppure ci siamo dento tutti, tutte le persone del pianeta.
Ci siamo siamo fermati tutti, a favore di una storia che ci invita a riflettere.
Forse non è un caso essersi incontrate prima. Il calore umano ci serve ora.
I nostri pomeriggi, i sorrisi, le tisane, gli abbracci ora riscaldano.
E danno una speranza. E allora riprendiamo da dove eravamo rimaste.
Amo, RESISTO, sogno, scrivo. Troveremo il modo di pubblicare la nostra
antologia anche quest'anno.

Intanto, per chi ha voglia di leggerci, condividiamo qui, s facebook e instagram
qualcosa scritta o riscritta in questi giorni.
Tagliamo, tagliamo, andiamo all'essenza, poesie e prose brevi.
Qualche scritto o vocale al giorno, sognando il nuovo abbraccio.


La parola, il mondo

laboratori di scrittura autobiografica
a cura di Elisabetta Liguori

LE ALTRE VOCI di Elisabetta Liguori
Un laboratorio diviso in quattro sezioni
tematiche, una sola articolata ricerca della
composizione narrativa, utile ad
osservare, riconoscere, ricostruire
memorie e identità.
Il fine di questo laboratorio è esercitare
quell’abilità specifica che è la scrittura,
creare un movimento emotivo dentro di
noi (in avanti o indietro o solo più a lato,
rispetto al punto in cui siamo in questo
momento), sviluppare possibili narrazioni,
anche minime, concepite in un ambiente
di piena condivisione, partendo dall’io, dal
sé. Il mio fine non è la guarigione,
ovviamente, ma la trasformazione del vero
e la sua comunicazione.

È prevista una quota di partecipazione,
sono aperti a tutt* ma a numero chiuso.
Cell. 3921995892
Date:
domenica 23 febbraio ore 17,00
venerdì 28 febbraio ore 17,00
venerdì 3 aprile ore 17,00
venerdì 10 aprile ore 17,00
venerdì 24 aprile ore 17,00
presso il bellissimo OSTELLO
Lobby Collective Hostel
via Leuca 2
Castromediano di Lecce
(vicino OVS)